Sono le 3.28am del 26 Maggio, e mi sono svegliato per un rumore e con queste parole piantate nella testa: “molti vogliono lo Champagne al prezzo della Coca-Cola”. Ce le disse un filosofo nel 2013, a Puebla, in Messico, durante una cena. Era un omone grande, un grande oratore. Non mi ricordo il suo nome ma sempre mi ricordo queste sue parole: “molti vogliono lo Champagne al prezzo della Coca-Cola”, e mi ricordo che Mario era così piccolo che dormiva ancora nel passeggino, di fianco a noi. Erano i tempi in cui ancora potevamo viaggiare.
La fatica, il fallimento, lo sforzo, il peso, la convivenza col dubbio, le notti insonni e i giorni troppo corti. La stanchezza. Lo Champagne. Il frutto della fatica, quella fatica che i miei genitori mi hanno insegnato a rispettare, quel sudore che vale più del risultato, quell’onestà intrinseca e impregnata di dignità. La dignità di chi costruisce qualcosa, che sembra semplice, ma che prima non esisteva. La dignità della fatica. L’orgoglio di averci provato, anche se il risultato, spesso, è un fallimento. La dignità del fallimento.
Molti vogliono lo Champagne al prezzo della Coca-Cola. Ma solo perchè molti lo vogliono non significa che sia possibile, o che sia giusto, o perlomeno, che sia la mia strada. In fondo l’arrivo non esiste, esistono solo nuove ri-partenze, un solo viaggio, e le nostre cicatrici, che raccontano chi siamo. A chi lo troverà. Bon, mi metto a lavorare.
