Roberdan
3 min readJan 28, 2020

Copio e incollo il post della mia amica Elena, conosciuta sul gruppo famiglie #fightthestroke Fightthestroke “famiglie di giovani sopravvissuti all’ictus pediatrico”.

Quanto vorrei che diventasse virale, che fosse condiviso il più possibile!

Vorrei, ad esempio, che lo leggessero quei genitori che si angosciano perché il loro pargoletto ha fatto brutta figura al tennis club.

Se lo leggete veramente, ve ne sarò molto grato. ❤

“Oggi festa di compleanno cumulativa di quattro compagnetti di Leo.

Ma non una di quelle feste retrò con crostata e Coca-Cola nel salone muffito delle suore. Nooooo! Una festa al Bounce, ovvero una palestra moderna piena di tappeti elastici, trampolini, materassi rimbalzanti e una scritta che pare messa lì per prendere per il culo i nostri bimbi con disabilità: THE HARDER YOU FALL, THE HIGHER YOU BOUNCE.

Un animatore scorta il gruppo di trenta bambini da una zona all’altra della sala; devono provare tutto, entro certi tempi, devono saltare sempre più in alto, mostrare di essere foooorti.

Le mamme lassù, nella sala della torta, coi nasi incollati alle vetrate, a osservare le prodezze dei pargoli.

Tutte le mamme tranne una, la sottoscritta, che è quaggiù, nel regno molleggiato, a fare da stampella al suo pulcino zoppo.

Il tutore non si può calzare senza scarpa, perciò, per l’occasione, abbiamo sfoderato la mia vecchia cavigliera rigida Dr. Gibaud, di quella volta che mi stirai i tendini.

Noi due, ticchetocche ticchetocche, sempre gli ultimi della fila, arranchiamo per seguire il branco da un angolo all’altro della sala, quando arriviamo, è già ora di spostarsi di nuovo e…. “No! Lui lì no! Dal trampolino non può saltare, sa, per questioni di sicurezza!”

Infine, esausto, mi dice: “Voglio andare a casa”.

E la ragazzina animatrice lo acchiappa e lo scorta a fare la foto di gruppo, poi me lo riporta con sorriso tronfio: “Mi scusi se mi sono permessa, ma sa, io con LORO ci lavoro e so come devono essere presi!”. LORO? Loro chi? I criceti, i pagliacci, i cagnolini del circo??

Lo aiuto a ricomporsi, salutiamo e ringraziamo, mi scuso per lasciare la festa prima ancora che arrivi la torta, ma abbiamo esaurito le batterie.

Mentre guido verso casa, Leo sonnecchia dietro. È davvero sfinito. Ingoio un rospo grande come un elefante. Poi resto folgorata da una illuminazione e gli dico che sono fiera di lui, che oggi ha fatto una cosa difficilissima, con forza e coraggio, e l’ha fatta proprio bene! È arrivato alla fine del percorso e ha provato tutti i tappeti, anche se ogni passo e ogni salto a lui costano tripla fatica rispetto agli altri. Bravo!

Mi ha sorriso stanco: “Mamma, ci torniamo con papà, Isa e Camilla? Così possiamo scegliere il tappeto più bello, quello col canestro, e starci quanto ci pare!”.

Morale della storia: oggi Leo mi ha insegnato che non conta quanto poco si usi una mano, quanto male funzioni una gamba, quanto forte corrano gli altri, quanto piano zoppichiamo noi. Ciò che conta è trovare il tappeto che ci piace di più e sognare di tornarci con chi rispetta i nostri tempi, per divertirsi, per stare bene. Ecco.”

Roberdan

Trying to be a good #mirror for Mario, @la_Franci and the world around us. OnlineLearning @microsoftitalia, CEO @FightTheStroke, our TED http://go.ted.com/boCR